Produzione

Nella produzione di un tegame, ad esempio, come per ogni altra pentola, si parte sempre da una lastra in rame purissimo. Lo spessore della lastra è variabile: noi usiamo lastre da almeno 2mm di spessore.
Abbiamo sperimentato che al di sotto di questo spessore di lamina "il pezzo da fuoco" non è in grado di sopportare la ristagnatura.
In sostanza: sono prodotti di scarsa durata e valore.
Le lamine più sottili, più facilmente modellabili, sono invece ideali per le nostre lavorazioni artistiche.

Nella creazione di prodotti in rame si seguono tecniche maturate nel corso dei secoli.
Ne abbiamo già parlato nella pagina il rame nella storia, ma è necessario ribadirlo

Certo, gli utensili sono diversi, certamente più efficaci di quelli che si adoperavano nell'antichità, ma non sono molto diversi.

Quando posso, provo molto piacere ad eseguire le stagnature con la mia antica forgia, risalente al 1845 alimentata a carbone.
Naturalmente, usare uno specifico fornello a gas per portare alla temperatura voluta il pezzo da lavorare è molto più comodo e rapido.
Il risultato è identico, anche se il procedimento è molto meno romantico.

La battitura

La prima fase consiste nel dare un inizio di curvatura alla lastra, martellandola a mano, secondo il metodo tradizionale.

Oggi ci si avvale anche di alcune apparecchiature che velocizzano il lavoro, ma è fondamentale che tutto in tutto il processo ci sia quell'alternanza di calore, battitura e raffreddamento indispensabile per rendere la pentola praticamente eterna.
Questa fase dura dalle due alle quattro, o più ore. Dipende dalla forma e dalla grandezza dell'oggetto.

Le pentole in rame artigianali hanno caratteristiche che nessun processo industriale può riprodurre.
Spesso si trovano in commercio pentole realizzate con tornio a freddo.
Un procedimento che l'artigiano non usa, poiché non assicura che in ogni punto il rame abbia lo stesso spessore.

Le finiture
Creata la forma, prima della stagnatura, si applicano i manici, usando rivetti in rame ribattuti bene.
Si pulisce l'interno della pentola, lo si sgrassa per prepararlo alla stagnatura.
Dopo la stagnatura, si passa alla pulizia esterna con lucidatura a spazzola o a mano, per valorizzare il colore naturale del rame.

La stagnatura
Stagnare una pentola è un'arte. Si lavora con le mani un oggetto portato alla temperatura di 280° - 300° C, alla temperatura di fusione dello stagno puro.
Solo le pentole battute a mano possono sopportare questa temperatura senza deformarsi.

Per questo le pentole industriali, tornite da lastre più sottili di quelle lavorabili a mano e non battute, non possono essere stagnate alla fiamma.

Quasi sempre sono stagnate "alla pasta" (una composizione a base di stagno che fonde a temperature molto più basse) o, addirittura, con procedimento galvanico.

In entrambi i casi il rischio è che nell'uso domestico la stagnatura degradi rapidamente, fino a sciogliersi del tutto.
Inoltre, non può essere escluso che queste paste possano contenere tracce di metalli anche tossici, in particolare piombo e antimonio.